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Dispensa Italiana continua l’avventura al Lucca Summer Festival

Dopo gli Imagine Dragons, i Green Day, il Maestro Ennio Morricone che a Lucca ha fatto tappa per il suo The 60 Years Of Music World Tour, il concerto di Erykah Badu e Mary J.Blige nell’unica data italiana e la performance di J-Ax & Fedez, al Lucca Summer Festival 2017 tutto freme nell’attesa dei grandi concerti di Robbie Williams, Il Volo, i Kasabian, Luis Fonsi e un’altra esclusiva italiana con Macklemore & Ryan Lewis.
In mezzo a tutti questi grandi della musica internazionale, Dispensa Italiana ha il delicato compito di curare in toto il food nell’area hospitality del festival musicale più importante dell’estate italiana. Artisti in attesa dell’esibizione, giornalisti, discografici, addetti ai lavori ma anche grandi nomi dello spettacolo accorsi a Lucca per godersi della buona musica, sono solo alcuni delle migliaia di ospiti che, in questi giorni, stanno vivendo con piacere e gusto l’area ospitalità, la cui responsabilità è affidata alla maestria di Fofò Ferriere che, insieme al suo braccio destro lo Chef Antonio Cascone, coordina la task force formata dallo Chef  Resident Marco Tortoriello coadiuvato da Fabiola Garofalo e il responsabile di sala Saverio Falabella. Tutto il gruppo di lavoro, ogni giorno, è impegnato ad offrire un servizio eccellente agli ospiti che, nel pre e nell’after show, si deliziano con moltissime preparazioni, tra cui spiccano tanti prodotti street food. Un’iniziativa davvero di successo, come commenta lo stesso Fofò: “Sono particolarmente entusiasta della nostra partecipazione al Lucca Summer Festival per cui abbiamo pensato dei menù che attraversino le più buone tipicità regionali italiane, con un occhio particolare alla nostra terra di provenienza, la Campania, da cui abbiamo preso le biodiversità più caratteristiche, come ad esempio il pomodoro San Marzano o il piennolo per condire la nostra pasta al pomodoro fresco oppure le pizzelle fritte. Tra le sfiziosità più gradite agli ospiti, oltre al famoso “cuoppo” fritto, un trionfo vero e proprio hanno avuto gli spaghetti a “vongole fujute”, tipica ricetta napoletana e quelli cacio e pepe, direttamente dalla tradizione romana”.
Nello skybox, un’area ancora più esclusiva all’interno dell’area riservata, poi, ospiti vip e relativi entourage possono rinfrescarsi degustando frutta e spumante.
Tra gli sponsor dell’iniziativa troviamo marchi sinonimo di eccellenza italiana che, ormai, con Gruppo Eventi hanno un rapporto che si è consolidato negli anni, evento dopo evento: Pasta De Cecco, IGreco per il vino e Gli Autentici – Salumificio Reggiano per tutto quanto riguarda i salumi. Il concerto di Robbie Williams, poi, vedrà un’altra importante novità: l’allestimento di una vera e propria pizzeria curata per l’occasione da Petra Farine.
Continuate a seguirci anche sulla nostra pagina Facebook, vi terremo costantemente aggiornati su tutto quello che stiamo vivendo a Lucca, offrendovi, come sempre, un punto di vista speciale sul “dietro le quinte” dei più grandi spettacoli italiani.

Amabile Amato

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L’Olio di Oliva nella storia – Seconda parte

Nell’articolo precedente sull’olio di oliva, abbiamo visto come nasce questa pianta, i miti che la riguardano e, soprattutto, perché, da sempre, è simbolo di pace. Scopriamo, invece, insieme, come dall’Antica Grecia questa pianta arriva in Italia, nella nostra terra, diventandone una delle colture principali e, attualmente, più antiche.

L’ulivo nell’Antica Grecia

Solone (640-561 a.C.), poeta, legislatore e arconte (uno dei nove capi ateniesi), fece piantare un gruppo di ulivi e fu famoso, nella legislatura del 594, per aver promosso l’olivicoltura ponendola sotto la protezione di Zeus. Un’ennesima leggenda vuole che Alliroto, figlio di Poseidone, al fine di vendicare la sconfitta paterna, avrebbe tentato di abbattere questi alberi con un’ascia che gli sarebbe sfuggita e lo avrebbe ucciso. Secondo un’altra versione, Alliroto sarebbe stato colpito dal fulmine di Zeus.
Nella norma emanata da Solone, valida per tutta l’Attica, veniva vietato l’abbattimento di ulivi. In caso di estrema necessità e per la costruzione di aree votive, il numero di alberi da abbattere non doveva superare le due unità all’anno. Anche in un’orazione di Lisia troviamo cenni a leggi sulla protezione dell’olivo.

L’ulivo nel bacino del Mediterraneo

In paesi come Palestina, Siria e Creta, luoghi di origine delle più antiche civiltà, si sviluppò la prima olivicoltura. Da lì, l’ulivo si diffuse nel Mediterraneo da oriente ad occidente. Tale diffusione avvenne in più fasi.
La prima
, e la più nota, coincide con il periodo che va dal 5000 al 1400 a.C., raggiungendo l’apice dopo il 2000 a.C. quando l’ulivo da Creta si propaga in Siria, Palestina, Israele. Le relazioni commerciali e l’applicazione del “know-how” nell’olivicoltura portarono a nuovi territori da sfruttare con modeste aree nell’odierna Turchia meridionale, Cipro ed Egitto.
Intorno al 1500 a.C. inizia la seconda fase che comporta la diffusione in tutta la Grecia e nelle sue isole, tranne Micene ove questa diffusione si fermò intorno al 1100 a.C..
Anche le colonie greche furono investite dalla diffusione dell’ulivo a partire dall’ VIII sec. a.C., quando i Greci cominciarono ad espandersi nel Mediterraneo e a fondare colonie in Sicilia nell’Africa settentrionale e nella Francia del sud.

L’ulivo e l’olio nell’Antica Roma

Presso gli antichi popoli italici, l’olivo simboleggiava la fertilità dell’uomo e della terra, e anche a Roma era venerata come pianta sacra. È abbastanza facile comprendere perché questa pianta abbia attraversato i secoli rivestita di un’aura di sacralità: l’olio non solo serviva come condimento, ma la sua morchia bruciata era ricca concime, gli oli più pesanti davano luce alle lampade, mentre il suo legno prezioso poteva essere bruciato solo sull’altare degli dei. E l’olivo si lega così indissolubilmente al progredire della civiltà mediterranea.
Durante il I sec. a.C., nelle terre romane del bacino mediterraneo, si coltivano olivi e viti con tecniche d’avanguardia.
L’ulivo venne così piantato in Italia meridionale e in Africa settentrionale. Le coltivazioni già esistenti vennero invece ammodernate e ingrandite. Tra il 700 e il 600 a.C., l’albero si diffuse nella Cirenaica libica e in Francia meridionale. Anche i Fenici, particolarmente attivi nella coltivazione e trasformazione dell’ulivo selvatico, piantarono uliveti nei loro fondi introducendoli verso l’850 a.C. a Cartagine. Secondo Plinio (XV,8), l’Italia della metà del I sec. d.C. possedeva tanto ottimo olio e di poco prezzo da superare tutti gli altri paesi.
A quei tempi passava un certo periodo tra la raccolta e la molitura al torchio (torcularium): questa avveniva in un locale ove si trovavano le macine (mola olearia o trapetum) e la pressa (torculum). Non era possibile evitare un periodo di giacenza di alcuni giorni nel magazzino (tabulatum). Se questo non era dannoso per le olive sane, certamente lo era per quelle infestate da insetti o ammaccature. Oggi passano al massimo 48 ore tra la raccolta e la molitura o macinatura e, quindi, torchiatura della pasta.

L’ulivo e l’olio dal Rinascimento ai giorni nostri

Ecco dunque l’olivo affacciarsi al secolo XIV da protagonista, raffigurato rivestito delle antiche simbologie nella splendida iconografia del tempo, e il Rinascimento lo trova insieme alla vite, gran protagonista dell’agricoltura. Il governo mediceo a Firenze darà impulso all’olivicoltura concedendo gratuitamente grandi estensioni di terreno collinare a chi le coltivi e l’olio toscano è così già famoso nella penisola.
Il sec. XVIII è il secolo d’oro per l’olivicoltura nazionale: l’Italia risulta essere la produttrice del miglior olio che si trovi sul mercato europeo, tanto che durante questo secolo e nel successivo, si fanno sempre più estese le terre convertite all’olivicoltura, cui attinge non solo il settore alimentare, ma anche la nascente industria conserviera, quella dell’illuminazione, della saponificazione, e altre.
In questo periodo si notano ingenti investimenti di capitale nell’olivicoltura, che si fa sempre più impresa trainante dell’economia dovuta anche all’ampliarsi del commercio verso paesi sprovvisti del famoso prodotto, molti dei quali lo impiegano anche nell’industria tessile.

Il XX secolo, con l’arrivo delle nuove tecnologie, ha visto notevolmente semplificato il lavoro di raccolta e di molitura, consentendo prezzi migliori ed una più rapida diffusione del prodotto.
Oggi l’olio di oliva è rimasto una pietra miliare nell’alimentazione mediterranea, guardato con sempre maggior rispetto dalla dietologia moderna. Questa ci ha insegnato che usato con intelligenza, l’olio extravergine di oliva è il condimento sano per eccellenza.
I nostri antenati di questo ignoravano tutto, ma ne avevano fatto il condimento base della propria alimentazione, povera sì, ma sana ed esaltata nei sapori e nei profumi dei prodotti della terra.
Sapori e profumi che assimilano oggi, come allora, le diverse cucine di tutti i popoli che si affacciano sul Mediterraneo.

Fofò Ferriere
Gennaro Fierro

Foto © FreeImages.com/Incomode Incomode




Dispensa Italiana ai Nastri d’Argento 2017

Una gallery di alcuni dei momenti più magici che abbiamo vissuto in questa 71esima edizione dei Nastri d’Argento, con Gruppo Eventi al fianco del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici.

Dalla conferenza stampa al Pre-show, all’After-show, nella magnifica cornice del Belmond Grand Hotel Timeo di Taormina, ogni momento è stato speciale, trascorso con entusiasmo insieme a illustri personaggi del jet-set nazionale e non solo.
Dal Galà Dinner in poi, la serata ha brillato di stelle, sopra e sotto il cielo.

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Tutto pronto per la premiazione dei Nastri d’Argento 2017

Mancano poche ore alla cerimonia di questa sera che, ancora una volta, vede Gruppo Eventi al fianco del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici nella realizzazione dell’importante produzione del più antico premio cinematografico italiano, i Nastri d’Argento, giunto ormai alla sua 71esima edizione. Nell’ambito di questa decennale collaborazione, anche quest’anno Dispensa Italiana, divisione food di Gruppo Eventi, è incaricata del coordinamento dell’hospitality di questo grande appuntamento. Un’area dove, prima e dopo la cerimonia di premiazione al Teatro Antico di Taormina, gli illustri ospiti della kermesse saranno piacevolmente intrattenuti e “coccolati”.

Qui, attori, registi, giornalisti, produttori che prenderanno parte all’evento, potranno gustare un’accurata selezione di prodotti di qualità, scelti tra i migliori della tradizione italiana da Fofò Ferriere, responsabile enogastronomico di Dispensa Italianacoadiuvato per l’occasione dal suo fido braccio destro, lo Chef Antonio Cascone.
Nella suggestiva location del Belmond Grand Hotel Timeo di Taormina, andrà in scena l’esclusivo Galà Dinner, un momento di festa davvero eccezionale reso tale anche dagli speciali partner scelti per l’occasione da Gruppo Eventi: Nonsolocibus di Fabrizio Scaramuzza che proporrà le eccellenze gastronomiche siciliane più tipiche, Tommaso Cannata e i suoi pani fatti solo con grani antichi siciliani, le delicatezze della pasticceria di Lillo Freni, la celebre pasta De Cecco e i vini di Tenuta Fontana.

In una splendida cornice, affacciata su di un mare fantastico, ancora una volta, cibo e cinema si incontrano, si incrociano, si fondono in un connubio che, siamo sicuri, gli italiani continueranno a considerare “perfetto” ancora per molti anni.

Amabile Amato