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Dispensa Italiana al 25esimo Concerto di Natale

Per il quarto anno consecutivo, Dispensa Italiana ha curato la cena di gala che ha fatto seguito al celebre Concerto di Natale, giunto alla 25esima edizione e in onda questa sera su Canale5. A guidare la nostra brigata, ancora una volta, c’è lo Chef Antonio Cascone, consigliere dell’Unione Regionale Cuochi della Campania che, oltre a coordinare l’intero servizio, si è occupato in prima persona della fantastica torta che ha concluso la cena degli oltre 500 ospiti. In quest’intervista ci racconta tutti i dettagli:

Anche quest’anno, a Villa Aurelia, ti è stato affidato il prestigioso compito di coordinare la cena di gala del Concerto di Natale: ci presenti il tuo team?

Con me c’era la mia fidata collaboratrice, Fabiola Garofalo, che è un po’ la Lady Chef di Dispensa Italiana se vogliamo. A lei ho affidato il secondo piatto, una millefoglie di pesce azzurro su un letto di un verdure. Gli altri tre Chef di partita, invece, Antonio Cioffi e Antonio Mascolo, hanno curato rispettivamente gli antipasti e il primo piatto, uno sformatino di riso carnaroli alla pescatora.
Mario Starace, invece, è stato il responsabile dei buffet che abbiamo allestito in Vaticano, per tutti gli ospiti delle prove del concerto (cantanti musicisti ecc.) e, poi, per la sera dell’esibizione, durante l’after riservato ai musicisti.
Per questi ultimi due servizi abbiamo preparato piatti semplici ma gustosi. Possiamo dire che tra i protagonisti c’è stato un nostro partner di vecchia data, Pasta De Cecco, con cui, la prima sera abbiamo realizzato uno sformatino Vesuvio (sedanini in un timballetto a base di sugo di pomodoro, mantecati con verdure e formaggio) e, poi, la seconda sera un timballetto di pasta e patate, in onore alla tradizione partenopea.

Per la cena di gala, invece, quali prodotti sono stati utilizzati?

Per l’entrée abbiamo portato a Roma una selezione di Formaggi del Caseificio San Leonardo, ricottine e ciliegine di bufala, insieme a dei mini caciocavalli, accompagnati da dei petali di salumi firmati Gli Autentici – Salumificio Reggiano.
Durante tutta la cena, a disposizione degli ospiti c’è stata una selezionata gamma di pani Grande Impero e, per concludere in bellezza, una buona tazzina di Caffè Motta.

Sappiamo che ti sei occupato del coordinamento generale ma, viste le tue origini di pasticciere, immaginiamo anche che hai curato la torta in prima persona: ce la descrivi?

Per gli ospiti di Villa Aurelia ho realizzato una millefoglie con crema pasticcera, amarene e scaglie di cioccolato, per un totale di oltre 50 kg, allestiti in un’unica torta gigante di 1,20 mt per 1,20 mt, presentata però in modo semplice, senza decorazioni di panna o pasta di zucchero, ma soltanto dello zucchero a velo e, naturalmente il logo del 25esimo Concerto di Natale, più qualche stella di Natale per restare in tema di atmosfera natalizia.
Aggiungo che, anche se ormai è la mia quarta volta in quest’evento, è sempre una bella esperienza, impegnativa ma soddisfacente, soprattutto quando, come quest’anno, portiamo a casa un gran bel risultato.

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Caseificio San Leonardo ancora una volta al Concerto di Natale al fianco di Gruppo Eventi

La divisione food di Gruppo Eventi, anche quest’anno, ha organizzato la cena di gala per gli oltre 500 ospiti del 25esimo Concerto di Natale, in onda questa sera su Canale5. Tra i partner scelti per l’iniziativa, si riconferma il Caseificio San Leonardo di Salerno. In quest’intervista, il titolare dell’azienda, Giacomo La Marca, ci spiga quali prodotti sono stati scelti per l’occasione e ci racconta tutta la tradizione casearia della sua famiglia:

– Questo è il 4° anno al fianco di Gruppo Eventi nella cena di gala organizzata in occasione del Concerto di Natale: come avete vissuto quest’esperienza? Cosa ha significato per la vostra azienda?

Queste manifestazioni rappresentano sempre unʹ importante vetrina per il nostro brand e per i nostri prodotti. Da sempre cerchiamo di portare nei contesti nazionali l’eccellenza casearia del nostro territorio, che è un polo agroalimentare di grande prestigio. Siamo orgogliosi del grande apprezzamento espresso dalle persone che hanno avuto modo di assaggiare i nostri prodotti.

– Quali tra i vostri prodotti sono stati presentati agli ospiti dell’evento?

Abbiamo presentato la nostra gamma di prodotti caseari con latte di bufala, che da sempre rappresentano il fiore all’occhiello della nostra produzione. I nostri mastri casari sono costantemente impegnati nella realizzazione di quelli che mi piace definire come piccoli capolavori del gusto. Oltre ai formati classici, infatti, presso i nostri nove punti vendita localizzati nella città di Salerno, è possibile trovare prodotti frutto della genialità e della creatività del nostro staff, come la zizzalat o il cuore di perle.

– La vostra azienda ha una lunga tradizione di famiglia: ci racconta brevemente la vostra storia?

Il Caseificio San Leonardo nasce da un’intuizione di mio padre, Mario La Marca, che si trasferì a Salerno in giovane età e, dopo alcune esperienze imprenditoriali, decise di dare vita, ormai trent’anni fa, a questa grande avventura. La generazione successiva, rappresentata da me e dai miei fratelli Luca e Mauro, ha portato avanti la tradizione familiare con uno sguardo dritto nel futuro e un occhio attento alle nuove tendenze gastronomiche.

La prossima sfida sarà quella di esportare la buona mozzarella di Salerno in altri paesi. Abbiamo già attivato canali di spedizione con la Germania, i paesi Scandinavi, gli Usa e Hong Kong.

– Ogni giorno, nel vostro lavoro, coniugate tradizione e innovazione, rispettando le antiche tecniche di trasformazione ma utilizzando le più moderne tecnologie: come riuscite a far funzionare bene questo connubio?

Il binomio tradizione-innovazione è nel DNA del Caseificio San Leonardo. Dagli inizi ad oggi, l’azienda ha saputo soddisfare i gusti di generazioni di salernitani e rispondere alle mutate esigenze della clientela, sempre più attenta alla qualità e alla salubrità dei prodotti. Mi piace sottolineare, a tal proposito, che siamo stati tra i primi a sperimentare e commercializzare con successo la linea di prodotti senza lattosio. Un impegno a garanzia della qualità che continueremo a mantenere anche nei prossimi anni.




Antonio Cascone, la pasticceria d’autore a Casa Sanremo

Trentadue anni ma pasticciere da quando ne aveva soli 17, Antonio Cascone da sei edizioni porta la pasticceria d’autore a Casa Sanremo.Partito dalla cucina del ristorante di famiglia, Cascone si specializza nella realizzazione di dolci e torte, con fantasia, creatività ma soprattutto grande professionalità.

In quest’intervista ci racconta cosa vuol dire ricoprire questo ruolo in un evento così grande come Casa Sanremo:

– Come sei arrivato a Casa Sanremo?

Ho preso parte per la prima volta a Casa Sanremo nel 2013, quando il Festival fu vinto da Marco Mengoni. In quell’edizione, per il vincitore, Mengoni appunto, preparai una torta di 45 kg con crema all’arancia, scaglie di cioccolato e amarene che ripeto uguale, ogni anno, per scaramanzia.

– E la torta per l’inaugurazione del 2018 come sarà?

Una sorpresa, sicuramente. Posso solo dire che quest’anno, in tutte le preparazioni, il mio motto sarà la semplicità nei minimi dettagli, realizzerò torte semplici, senza fronzoli ma dal grande gusto, poiché credo che è nella semplicità che si cela la grandezza.

– Come nasce la tua passione per questo mestiere?

Mi sono avvicinato alla cucina e, poi, alla pasticceria nel ristorante di famiglia. Da lì in poi diciamo che non mi sono più fermato.

– Tra tutti, quali dolci ami realizzare di più?

Preferisco tutti i dolci a base di cioccolato.

– E, invece, in generale, qual è la cosa che ami di più di Casa Sanremo?

La “Casa”, intesa come famiglia.

– La TV italiana abbonda di talent riservati a chef e pasticcieri, o aspiranti tali: tu cosa ne pensi?

I talent sono molto belli da vedere ma illudono i ragazzi che, magari, frequentano gli istituti alberghieri. Certo, ci sono tanti che hanno avuto un successo incredibile, che sono ormai degli showman, ma la maggior parte delle persone che sono dell’ambiente sanno che per fare questo mestiere ad un certo livello si deve essere disposti a lavorare anche 18-20 ore al giorno, anche se, come dico sempre io, “chi ama il suo lavoro non lavora”.

Posso dire che nell’epoca dei talent tutti vogliono apparire ma nessuno vuole essere.

– Cosa significa essere il pasticciere ufficiale in un evento così grande?

Avere una grande responsabilità, lasciando tutti a bocca aperta anzi, piena.

– In una parola, come sarà la prossima edizione di Casa Sanremo?

Una favola.