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Authentico: arriva l’App che riconosce i veri cibi Made in Italy

Solo perché sembra italiano, non vuol dire che sia autentico

Il 2018 è stato proclamato “Anno internazionale del cibo italiano” dai Ministeri dei Beni e delle attività culturali e del turismo e delle Politiche agricole, alimentari e forestali: una scelta strategica dettata dalla necessità di colmare il gap tra la domanda di prodotti agroalimentari italiani, al massimo storico e in continua crescita, e l’offerta, ancora troppo bassa e frammentata, che alimenta il fenomeno dell’ItalianSounding (l’imitazione di un prodotto, denominazione, marchio attraverso un richiamo alla presunta italianità)nonostante il record di export registrato a fine 2017.

Questo è il contesto in cui nasce Authentico, l’App gratuita per smartphone realizzata con lo scopo di aiutare i consumatori di tutto il mondo a riconoscere i veri prodotti enogastronomici Made in Italy in modo facile ed immediato: con una semplice e veloce scansione del codice a barre, Authentico ci fa sapere se il prodotto è Made in Italy o meno, mentre con un piccolo click, è possibile segnalare i prodotti fake, facendo una foto geo-localizzata che sarà inviata direttamente ai produttori.

A Casa Sanremo, in occasione dell’Anno internazionale del cibo italiano, Authentico sarà presentata alla stampa mercoledì 7 febbraio alle 12.30– Ivan Graziani Theatre. Ma, nei giorni di Casa Sanremo, tante saranno le occasioni per scaricare e scoprire il funzionamento dell’App ma, soprattutto, di parlare di cibi Made in Italy e tentativi di contraffazione insieme a Giuseppe Coletti, CEO & co-founder di Authentico, e il nostro eco-gastronomo Fofò Ferriere.

Insieme ad esperti del mondo food, si parlerà dell’approccio innovativo di Autentico al contrasto del fenomeno dell’Italian Sounding: una soluzione che parte dal basso, da coloro che amano il cibo italiano e fanno le scelte di acquisto.

Per saperne di più e scaricare l’App>www.authentico-ita.com




A Casa Sanremo si celebra l’arte del pizzaiuolo, patrimonio dell’Umanità

Sei maestri pizzaioli, campani, giovani e molto social

Un Educational al giorno per scoprire le eccellenze del settore

Per la prima volta a Casa Sanremo, dal 4 al 10 febbraio, una pizzeria napoletana aperta al pubblico delizierà gli ospiti durante tutta la settimana del Festival della Canzone Italiana.

La verace pizza napoletana è sempre stata protagonista a Casa Sanremo, in uno spazio riservato ad artisti, giornalisti e addetti ai lavori. La novità è che quest’anno si allestirà, al terzo livello della Casa, una pizzeria per accogliere le oltre 73000 persone che affollano l’hospitality della kermesse sanremese.
Sono stati selezionati 6 maestri pizzaioli, tutti campani, talentuosi e molto social; giovani hipster della farina capitanati da Angelo Pezzella, che si alterneranno ogni giorno ai banchi della pizzeria di Casa Sanremo, e all’interno del Roof, l’esclusivo ristorante riservato ai ospiti VIP di Casa Sanremo, in cui si esaltano le eccellenze gastronomiche italiane.

La pizzeria di Casa Sanremo sarà affiancata da Molino Caputo, Olitalia, La Rosina, Schär, ed altre eccellenze che nelle ultime ore si stanno proponendo per affiancare la pregevole iniziativa. Aziende che saranno protagoniste ogni giorno durante gli Educational che si terranno nel Teatro Ivan Graziani, dove il pubblico sanremese avrà la possibilità di conoscere “da vicino” le caratteristiche specifiche dei prodotti e delle attrezzature utilizzate dai maestri pizzaioli, ed apprezzarne la qualità.

Non è semplice raccontare la lunga esperienza e bravura della verace “orchestra” dei pizzaioli, composta da: Angelo Pezzella, abbandonato il suo mestiere di incastonatore di brillanti per rincorrere il sogno di artista pizzaiuolo, è Medaglia d’Oro della Rossopomodoro Cup 2015 e proprietario della pizzeria sull’Appia Nuova a Roma che porta il suo nome; Valentino Libro, con una vocazione estera grazie anche alla sua felice esperienza in Turchia, proprietario del brand 33Libros con due pizzerie nelle province di Napoli e Caserta e Campione Mondiale stg 2014; Salvatore Lioniello, con la sua pizzeria Da Lioniello di prossima apertura a Succivo (CE), è tra i giovani pizzaioli della nouvelle vague della pizza napoletana contemporanea, famoso per la sua pizza #diversamentenapoletana e le collaborazioni televisive a TV 2000; Pino Celio, vincitore del Premio Pizza/Pala al Campionato Mondiale del Pizzaiolo 2016 e proprietario della pizzeria Lucignolo BellaPizza nel centro di Napoli, d’ispirazione moderna e newyorchese; Vincenzo Capuano, pizzaiolo napoletano da 3 generazioni e Campione Mondiale Pizza Napoletana per azienda, ha avviato più di 15 locali nel mondo per Rossopomodoro; Gennaro Russo, cresciuto con le mani in pasta nella storica pizzeria Dal Presidente nel centro storico di Napoli, è terzo posto al 32esimo Pizza Expo a Las Vegas.

Con lo straordinario talento dei sei maestri pizzaioli e la decennale esperienza di ospitalità di Casa Sanremo, si porterà al Festival tutto il fascino, la professionalità e l’arte del pizzaiuolo, patrimonio dell’Umanità.

 

 

 

 




Fofò Ferriere: “Per gli ospiti di Casa Sanremo ci sarà un’accoglienza tutta speciale”

Da anni al fianco di Gruppo Eventi, a capo della Divisione Food del Gruppo, Dispensa Italiana, non poteva essere che lui, Fofò Ferriere, anche per quest’edizione, il perfetto padrone di Casa, deputato all’accoglienza degli ospiti più illustri che, nei giorni del Festival, passeranno dall’esclusivo Roof di Casa Sanremo. Conosciuto anche come “Ristorattore”, gestore di locali di successo, tra cui il Tallioo di San Giorgio a Cremano, Fofò è reduce da un anno di successi, che l’hanno portato in giro per l’Italia, e non solo, a parlare della sua filosofia di cucina e del suo concetto di ospitalità. In quest’intervista ci racconta tutto questo e tanto altro:

– Da anni, ormai, ti circondi di contadini, allevatori, professori, ricercatori universitari, per scegliere solo il meglio dei prodotti e contribuire alla diffusione del buon cibo: ce ne parli?

Veder riconosciuto l’impegno che metto nel mio lavoro mi sprona ad andare sempre più avanti con la mia filosofia: quella della ricerca dei prodotti “umili”, che non significano poveri, bensì ricchi di grande cultura, tradizione e sacrificio di tutti quei professionisti che lavorano per garantire la qualità di questi cibi. La biodiversità e la qualità, oltre alla profonda conoscenza degli alimenti, sono il tris vincente per una cucina capace di fare bene al corpo e al cuore.

– Ti definisci ecogastronomo o anche “cuoco contadino”: cosa pensi, invece, degli chef che escono dai vari talent e, in generale, della massiccia attenzione alla cucina che oggi imperversa in TV e non solo?

Adesso un po’ tutti si stanno approcciando alla cucina e, grazie ai media, e a trasmissioni come Masterchef, per citarne una, si cerca un certo avvicinamento al buon cibo. Questa è sicuramente una cosa positiva, ma bisogna stare attenti che non diventi solo una moda, perché il cibo, in un certo senso, è un concetto che rappresenta anche la società in cui viviamo.

– Nel tuo lavoro, nei vari eventi che segui con Dispensa Italiana e non solo, ci tieni sempre a sottolineare la grande ricchezza enogastronomica che ogni posto d’Italia possiede…

Sì, certo. È importantissimo raccontare le identità dei singoli territori italiani attraverso il cibo: il nostro è un Paese unito ma ogni regione, ogni singolo comune, ogni quartiere quasi, ha le sue particolarità radicate, i suoi prodotti tradizionali. Sono anni che ormai facciamo questo mestiere e ancora non abbiamo finito di raccontare l’immensa biodiversità che caratterizza i territori italiani, i diversi colori, sapori e saperi ovviamente.

– Questo che si è appena concluso è stato un anno speciale per te, ricco di stimoli e nuove attività, ce ne parli?

Oltre a fare cultura ecogastronomica, ho avuto la preziosa occasione di fare anche cultura antropologica, intervenendo a vari congressi in qualità di gastronomo per quanto riguarda la parte storica, antropologica dei vari ingredienti. Sono stato invitato a queste manifestazioni per parlare di cibo con un linguaggio semplice, vicino alla gente, in grado di far cogliere subito la dimensione autentica dell’argomento affrontato.

Per quanto riguarda invece gli ospiti di Casa Sanremo, invece, che cosa stai preparando?

Come sempre, riceverò gli ospiti in prima persona, da buon padrone di casa. Ci tengo moltissimo che chi viene a trovarci trovi una calda accoglienza e una piacevole convivialità, perché come dico sempre “è a tavola che c’è la vera democrazia”. Gli artisti, i giornalisti, gli addetti ai lavori che verranno a trovarci nel nostro Roof saranno coccolati in ogni aspetto: organizzeremo in ogni dettaglio il servizio, che non sarà mai servilismo, perché, alla base, vi sarà sempre un grande spessore culturale nel racconto dei prodotti. Io farò il “cantastorie del cibo” in grado di offrire non solo emozioni gustative ma anche del racconto semplice e appassionante, che arrivi subito al cuore di chi ascolta, e possa essere serbato come un piacevole ricordo del passaggio a Casa Sanremo.