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A “L’Italia in Vetrina” va in scena l’Abruzzo

Nella seconda giornata di appuntamenti con “L’Italia in vetrina”, il format condotto da Cataldo Calabretta, abbiamo conosciuto meglio un territorio tutto da scoprire: l’Abruzzo.

Terra di grandi personaggi storici e contemporanei, territorio in cui ha sede uno dei Parchi Nazionali più grandi d’Italia, con una delle vette più alte del centro-sud Italia, il Gran Sasso, l’Abruzzo è anche una regione rinomata per la sua cucina. E proprio a questo ha mirato l’intervento del nostro Fofò Ferriere che, con Donata Manzolillo, hanno presentato lo show-cooking dello Chef Adriano D’Ovidio che, per il pubblico di Casa Sanremo, ha preparato le sue Pallotte cacio e uova, una vera specialità. In aggiunta, quest’appuntamento è stata anche l’occasione per conoscere le eccellenze del territorio come l’Aglio di Sulmona, il Peperone dolce di Altino, l’olio Archibusacci, i pomodori Ciro Flagella.

a cura di Vincenzo Russolillo




Nocera Inferiore a “L’Italia in vetrina”

Non finiscono gli appuntamenti con la Campania nel format condotto da Cataldo Calabretta, “L’Italia in vetrina”: ospite del primo appuntamento di questo pomeriggio, infatti, il territorio di Nocera Inferiore.

Argomento principe della puntata è stato il frutto che rende lo spicchio di terra in cui si trova Nocera, l’Agro Nocerino –Sarnese appunto, famosa in tutto il mondo: il pomodoro di San Marzano. La cucina di questo territorio, infatti, è fortemente caratterizzata dal pomodoro, presente anche in altre varietà, che si coniuga sia con cotture veloci, sia con cotture lente come il ragù: questa è stata, infatti, anche l’occasione per un approfondimento su questo prodotto, di cui il nostro Fofo’ Ferriere è particolarmente esperto, per spiegarne il suo ruolo nella dieta mediterranea, le condizioni climatiche ottimali per la sua coltura e i relativi abbinamenti.

E proprio da vari abbinamenti con diverse tipologie di pomodori nascono i piatti dello Chef Claudio Paduano, ospite in studio, che ha preparato per noi il Baccalà alla Nocerina, un Baccalà su crema di Cipollotto Nocerino, tra i prodotti Partner Territoriali insieme al Datterino Giallo.

a cura di Vincenzo Russolillo




Barletta a “L’Italia in vetrina”

Il doppio appuntamento di oggi con “L’Italia in vetrina”, il format condotto da Cataldo Calabretta che va in onda da Casa Sanremo, è stato dedicato interamente al territorio di Barletta.

Comune facente parte della valle dell’Ofanto che, oltre a esserne bagnato, ne ospita anche la foce, Barletta, viene ricordata soprattutto per la storica battaglia vinta nel 216 a.C. da Annibale e, nel 2005, è stata riconosciuta dalla Regione Puglia come città d’arte per le sue bellezze architettoniche.

Di questo e di tanto altro hanno parlato di ospiti in studio: Francesco Barbaro, promoter territorio BAT, l’imprenditore Pietro Tangari e Fedele Guida, tecnologo alimentare.

In collegamento con Fofò Ferriere e Donata Manzolillo, gli Chef Francesco Barbaro del Ristorante Pizzeria “Al Mulinello” e Nicola Barbaro sono stati protagonisti di due show-cooking che ci hanno fatto scoprire meglio i Sapori di Puglia, preparando, rispettivamente, Orecchiette con rape e vongole e la Pizza della disfida.

a cura di Vincenzo Russolillo




Il Roof di Casa Sanremo è “Authentico”

Importante novità nel Roof di Casa Sanremo dove da oggi, Fofo’ Ferriere e tutta la squadra di Dispensa Italiana sono pronti ad accogliere i grandi ospiti che passeranno da Sanremo in occasione del Festival: tutto il jetset, e non solo, che si fermerà nell’hospitality per un momento di convivialità, grazie alla collaborazione con l’App Authentico, avrà a sua disposizione un menù completamente tracciabile.

Una nuova funzione dell’App gratuita contro l’italian sounding, infatti, consente di avere il menù sullo smartphone e scoprire la provenienza delle materie prime utilizzate per preparare i piatti.

Sulle tavole del Roof di Casa Sanremo, l’esclusivo ristorante dell’area hospitality del Festival, non ci sarà il classico menù ma un codice a barre da leggere con l’App Authentico, grazie al quale si accede ad un menù digitale dove scoprire i piatti del territorio concepiti per gli ospiti dal nostro Fofo’ e la provenienza delle materie prime utilizzate dallo Chef toscano Iuri Dini.

Authentico, così, rivoluziona la tutela dei prodotti agroalimentari cominciando dalle tavole dei ristoranti. I ristoranti, le pizzerie, le gourmanderie e più in generale i locali di ristorazione sono i luoghi privilegiati per promuovere il consumo di cibo italiano, nel mondo ma anche in Italia dove sempre più spesso vengono utilizzati prodotti non originali. E solo dalla tavola può partire la controffensiva all’italian sounding, il fenomeno dell’imitazione e della contraffazione dei cibi e delle bevande italiane che produce un giro d’affari più del doppio dell’export italiano ufficiale con circa 100 miliardi di fatturato, rispetto ai 42 generati dall’export.

Con Authentico i consumatori di tutto il mondo possono facilmente riconoscere i veri prodotti enogastronomici Made in Italy e a segnalare quelli falsi, i fake. Alle tavole di Casa Sanremo gli artisti e i manager, gli addetti ai lavori e i giornalisti ospiti del Festival della Canzone italiana, potranno scoprire la provenienza delle eccellenze agroalimentari utilizzate dagli chef nei menù preparati per loro.

Con la presenza alla 69a Edizione del Festival della Canzone italiana, Authentico rafforza ulteriormente la partnership con il Gruppo Eventi, che produce e gestisce alcuni tra i più importanti eventi italiani, dove, nelle aree hospitality, offre ai suoi ospiti i migliori prodotti della tradizione italiana. “Una grande opportunità” – afferma il CEO Giuseppe Coletti – “per far conoscere le eccellenze del nostro territorio a tanti influencer nazionali e internazionale, quali sono i musicisti e i giornalisti, tra i primi e più convinti“.

Domani, 5 febbraio, alle 10.00, nell’ “Ivan Graziani Theatre” di Casa Sanremo, il CEO di Authentico, Giuseppe Coletti, parteciperà ad un workshop sulla difesa delle farine italiane in occasione della Giornata Nazionale della riduzione dello spreco alimentare.

a cura di Vincenzo Russolillo




La Campania ospite a “L’Italia in Vetrina”

Si aprono ufficialmente gli appuntamenti di Casa Sanremo con “L’Italia in vetrina”, il format ideato da Vincenzo Russolillo e Cataldo Calabretta, e condotto da quest’ultimo che, in questa settimana, ci terrà compagnia con ben due appuntamenti al giorno dedicati ai territori del Bel Paese, con ospiti, curiosità, interviste sul Festival della Canzone Italiana e tanto altro.

Ad aprire le danze, con il suo territorio di provenienza, non poteva che essere Fofò Ferriere, Responsabile Eventi Gastronomici di Casa Sanremo e coordinatore di Dispensa Italiana, comparto food di Gruppo Eventi.
Insieme a lui, Vincenzo Russolillo, Patron di Casa Sanremo.

I due, intervistati da Cataldo Calabretta, hanno colto l’occasione per riflettere sui numeri di queste dodici edizioni della kermesse affrontate fianco a fianco, ricordando tutti gli eventi speciali che attendono gli ospiti di Casa Sanremo per un’edizione che, siamo sicuri, non deluderà le aspettative.

Questa è stata anche una ghiotta occasione per assistere show-cooking allo Chef Antonio Guacci del Ristorante Il Mulino Della Signora del Professor Testa che, presentato da Iuri Dini Chef Resident del Roof di Casa Sanremo,ha mostrato al pubblico le fasi salienti del suo piatto Maialino al profumo d’Irpinia.

a cura di Vincenzo Russolillo




“L’Italia in Vetrina” ospita la Basilicata

Quest’oggi, a “L’Italia in vetrina”, il format condotto da Cataldo Calabretta, il territorio protagonista è stato la Basilicata: una terra magica capace di passare a distanza di pochissimo, dal mare, alle colline alla montagna e che, in pochi chilometri quadrati, racchiude tesori storici e paesaggistici inestimabili.

Oltre ad apprezzare le bellezze lucane, narrate dai rappresentanti del territorio, abbiamo avuto modo di apprezzarne anche i prodotti tipici, grazie agli chef Emanuele Ricchiuti ed Emanuele Mele, presentati dal nostro Fofò Ferriere, insieme a Donata Manzolillo, che hanno preparato il filetto di suino nero lucano su zuppetta di legumi e pistilli di zafferano.

a cura di Vincenzo Russolillo




De Cecco Pasta ufficiale di Casa Sanremo 2023

Una piacevole riconferma quella di De Cecco, che non può non essere anche quest’anno al fianco della Casa che si apre per accogliere i protagonisti del Festival di Sanremo, l’evento principe dell’italianità nel mondo, del talento Made in Italy che si fa apprezzare negli anni a livello internazionale.

Durante la settimana festivaliera, la pasta De Cecco si potrà degustare nel Roof di Casa Sanremo e sarà ingrediente fondamentale di tutti momenti food a cura di Fofo’ Ferriere, il “ristorattore” che condurrà gli ospiti in vari percorsi degustativi, attraverso la presentazione di ricette e tipicità enogastronomiche.

La storia della De Cecco inizia 133 anni fa in Abruzzo, a Fara San Martino. In questo piccolo borgo, don Nicola De Cecco produce nel suo molino in pietra “la miglior farina del contado”. Da lui, il figlio Filippo eredita la passione per questo lavoro e, dotato di particolare spirito imprenditoriale, amplia l’attività alla produzione di pasta, dando vita, nel 1886, al Pastificio De Cecco.

In 133 anni sono stati molti i cambiamenti che hanno contrassegnato il successo della De Cecco, ma immutata è rimasta la volontà di tramandare, salvaguardare e consolidare i principi produttivi del Fondatore Filippo De Cecco: miscela di grani pregiati, semola fresca dal proprio molino, trafile in bronzo, essiccazione lenta a bassa temperatura e controllo costante della qualità. Principi inviolabili difesi e applicati ai nostri giorni dai discendenti del fondatore: Filippo Antonio, Saturnino e Giuseppe Aristide De Cecco.

Oggi, come nel 1886, tutto nasce da una fortissima passione e dall’instancabile ricerca della qualità scritta con la Q maiuscola. Si potrebbe parlare a lungo del gusto inconfondibile, della qualità e della cura per il dettaglio che ci sono dietro la pasta De Cecco, ma solo l’assaggio può spiegare, nella sua avvolgente pienezza, il piacere di un sapore inconfondibile. Sette, infatti, i parametri che garantiscono la qualità De Cecco:

  • La resa dell’estrazione della semola da grano non superiore al 60%
  • Indice di glutine non inferiore al 70%
  • Granulometria delle semole: la percentuale di semola sulle presse con granulometria superiore ai 425 micron di diametro è superiore al 40%
  • Temperatura dell’acqua di impasto inferiore ai 15° C
  • Lenta essiccazione a bassa temperatura
  • Tenuta alla sovracottura degli Spaghetti
    (La pasta De Cecco può cuocere il 20% in più rispetto al tempo indicato sul pacchetto. Una volta cotta, non si ammassa né si incolla)
  • Utilizzo delle trafile in bronzo

Fra i più importanti produttori di pasta al mondo, De Cecco, inoltre, conferma la sua grande attenzione all’ambiente: attraverso una serie di progetti mirati, l’ottimizzazione dei propri processi produttivi e il controllo di tutte le risorse utilizzate lungo la filiera, si impegna a minimizzare l’impronta ecologica dei suoi prodotti per contribuire efficacemente a salvaguardare l’ecosistema.

a cura di Vincenzo Russolillo




Carmine D’Elia: un Lucano Doc curerà il Bistrot di Casa Sanremo

Trentotto anni, un passato da agente di commercio anche al servizio di grandi aziende, Carmine D’Elia, da circa due anni e mezzo porta avanti il progetto Lucania 131. Nato da una sua idea, quest’ultimo si propone come un importante strumento di promozione territoriale, volto a far conoscere quanto più possibile una terra e un popolo che ha ancora tanto da raccontare.

Quest’anno, durante il Festival, inoltre, Carmine D’Elia curerà in prima persona un importante novità, il primo Bistrot nella storia di Casa Sanremo. In quest’intervista ci racconta nei dettagli cosa e come si sta preparando per questo grande appuntamento:

L’intervista a Carmine D’Elia

– Parlaci meglio del tuo progetto: perché l’hai intitolato Lucania 131?

Perché questo è il numero delle meraviglie di questa incontaminata, per molti ancora sconosciuta, regione del Sud Italia. La Lucania, il secondo nome della Basilicata, il nome che esprime meglio la forza identitaria del suo popolo e che è pronunciata da chi, la Lucania, se la sente scorrere nelle vene.

Non dimentichiamo che stiamo parlando della terra madre della Capitale Europea della Cultura 2019,luogo di grandi personaggi storici, nazionali e internazionali che vi hanno vissuto, come Pitagora per citarne uno, o che qui hanno le loro radici più profonde come Francis Ford Coppola,sicuramente il più celebre esempio tra tutto. La Basilicata, a tutt’oggi, è teatro del grande Cinema che, con la sua costa, ricorda che un tempo qui imperava la Magna Grecia.

Centrotrentuno sono i comuni della Basilicata, ognuno con una storia importante, ognuno con un’identità unica e orgogliosa. Ogni comune è un gioiello che racchiude cultura, bellezza e storia.Lucania 131 è un viaggio condotto alla scoperta di questo meraviglioso territorio. Il viaggio è un percorso di conoscenza e amore, un itinerario intrapreso con gli occhi di un comune cittadino di questa terra che è animato da una spiccata curiosità e da una forte passione per le proprie radici.Con gli occhi di chi ama questa terra, ma che ancora è ignaro di tutti i suoi scorci, della sua storia e di tutte le sue sfumature, anche chi non ha mai avuto la fortuna di aver visitato la Basilicata sarà coinvolto in un magico viaggio, un excursus antropologico, culturale e di incanto.

– E questo progetto porta la tua firma…

Sì, posso dire con orgoglio di essere stato l’unica persona che è riuscita, spinta dalla sua vocazione per la Lucania, a cominciare questo viaggio. Un’idea semplice ma ambiziosa. Girovagare da costa a costa, tra le colline, sulle dolomiti lucane e tra le strade fitte dei paesi lucani, significa avere l’ambizione cieca di voler conoscere a tutti i costi la bellezza e di regalarla al mondo intero.

Depurandolo dal determinismo tecnologico, da ogni expertise, da ogni ricerca spasmodica della perfezione tecnica e metodologia, ho deciso di svestirmi da documentarista e ho portato all’essenza del viaggio e della scoperta il mio modo di raccontare.

A chi mi chiede come mai non ho deciso di scrivere un copione, una sceneggiatura o usare tecniche standard di ripresa e racconto, rispondo che solo con la curiosità, con l’ingenuità e con gli occhi di un bambino si possono apprezzare e comprendere veramente le meraviglie che ci circondano, perché i loro occhi e la loro curiosità sono senza scopo, amano e basta.

In questo viaggio condotto alla scoperta di questo meraviglioso territorio, vogliamo raccontare la Basilicata, regione inedita e spesso sincerata nel perimetro delle facilonerie e luoghi comuni,attraverso un percorso esperienziale ed immersivocoinvolgendo i cinque sensi.

– Abbiamo avuto modo di conoscervi già l’anno scorso a Casa Sanremo, cos’è cambiato in questi 12 mesi? In che modo vi state organizzando per la prossima edizione?

Grazie al Team di cuochi che hanno sposato Lucania 131, siamo riusciti ad avere una squadra di altissimo livello, infatti all’interno del team abbiamo Campioni Italiani da Giovanni Battista Guastamacchia, Emanuele Mele, Emanuele Ricchiuti, Giovanni Blancagemma, il Jolly della cucina Salvatore Sposito e tanti altri collaboratori che ad ogni evento si sfidano dando il massimo per portare a casa il risultato.

Durante quest’anno, poi, anche oltre Casa Sanremo,con Dispensa Italiana di Gruppo Eventi e il Patron Vincenzo Russolillo, abbiamo raggiunto la giusta sintonia entrando a far parte di qualcosa di grande, di immenso, di unico, perché il comparto food dei grandi eventi raggiunga sempre i massimi livelli.

– Nel concreto, cosa state preparando per Casa Sanremo 2019?

La novità più grande è sicuramente il Bistrot di Lucania131, dove gli oltre 75 mila ospiti che ogni anno transitano nello spettacolare scenario del Palafiori, saranno trasportati in un viaggio multi-sensoriale dove poter toccare con mano gli elementi materici che caratterizzano la natura della Basilicata: assaporeranno i sapori mozzafiato che dallo Ionio, della Magna Grecia e dell’Enotria, portano al Tirreno passando per le “Dolomiti Lucane” sino al Parco Nazionale del Pollino; ascolteranno i suoni del cibo. E poi, ancora, a stimolare l’olfatto ci saranno i profumi delle spezie e delle piante uniche nel loro genere, che inebrieranno i nostri ospiti e, dulcis in fundo, verrà esaltato il gusto attraverso il meglio della produzione enogastronomica della regione, grazie alla possente cultura culinaria, che gli chef rubano alla tradizione guardando sempre al futuro, naturalmente.

– Un meraviglioso ed interessante viaggio sensoriale, e poi?

Quest’anno avremo un ruolo di spicco nel comparto food dell’evento: quando il Patron Vincenzo Russolillo mi ha incaricato con questo ruolo di responsabilità, da gestire sempre sotto l’egida del grande e inimitabile Fofò Ferriere,colonna portante di Dispensa Italiana, che naturalmente sarà il supervisore di tutto, non potevo che esserne orgoglioso… Confesso che ho avuto la pelle d’oca, accompagnata anche da una piccola lacrimuccia.

Per ora posso dire che Lucania 131 e gli chef lucani hanno una sola missione: rappresentare la Basilicata a Sanremo con devozione, passione e vero amore!

a cura di Vincenzo Russolillo




I tre moschettieri della pizza a Casa Sanremo

L’edizione 2022 ha visto l’allestimento della prima pizzeria aperta al pubblico di Casa Sanremo che, nella settimana del Festival, ha sfornato centinaia e centinaia di pizze veraci napoletane. Dietro al forno, “armati” di pala c’erano anche Angelo Pezzella, Valentino Libro e Pino Celio, autentici pizzaiuoli napoletani, campioni del mondo e titolari di altrettante celebri pizzerie, rispettivamente: Angelo Pezzella – Pizzeria con Cucina, Libro’s 33 e Lucignolo Bella Pizza che, quest’anno, faranno un piacevole ritorno a Casa Sanremo.

A proposito di questa loro riconferma nella pizzeria dell’hospitality del Festival, abbiamo intervistato i “tre moschettieri” che ci hanno dato qualche anticipazione di quello che vedremo nella settimana più musicale dell’anno:

– Angelo Pezzella, quest’anno tornerete a Casa Sanremo: cosa porterete?

La Pizza, declinata in tantissime varianti, tra cui una pizza dedicata alla città di Sanremo, realizzata con prodotti del luogo, di cui stiamo definendo i dettagli. Tante pizze, tanti sapori ma un prodotto sempre eccezionale.

– Valentino Libro, com’è tornare a Casa Sanremo dopo un anno?

È grandissimo un piacere tornarci, perché è stata bellissima esperienza. Quest’anno siamo ancora più carichi perché abbiamo un’idea più precisa di cosa ci aspetta e vogliamo fare ancora meglio. Già dopo la fine del Festival abbiamo valutato attentamente quello che è andato e quello che poteva essere fatto meglio e siamo pronti a correggere il tiro sui dettagli da migliorare, per dare il nostro contributo e fare l’evento ancora più grande.

– Pino Celio, quale novità ci saranno rispetto all’anno scorso?

Sicuramente la pizza tradizionale che i tanti ospiti di Casa Sanremo hanno gustato e apprezzato tantissimo nella scorsa edizione ma anche una pizza un po’ più gourmetche stiamo mettendo a punto in questi giorni, sperimentando l’abbinamento tra pistacchi, Carmasciano e cipolla caramellata.

– Angelo, cosa hai portato a casa da quest’esperienza?

È stata davvero un’esperienza stimolante, posso dire che Casa Sanremo è stata una bella vetrina per tutti i pizzaioli che vi hanno preso parte… Per quanto mi riguarda, poi, mentre stavo lì, fui chiamato per partecipare a “Le Strade della Mozzarella” di Paestum, un convegno divenuto ormai internazionale a cui tenevo tanto. Mi piace pensare che è stata una piacevole coincidenza ricevere quella chiamata proprio a Sanremo.

– Quindi possiamo dire che Casa Sanremo porta bene?

Sì, sicuramente sì. Il riscontro più grande, però, personalmente, lo prendo sempre dal pubblico che resta soddisfatto del mio servizio perché, alla fine, a Casa Sanremo sono venuto e verrò per fare le pizze e far conoscere quanto di meglio so fare: poi, certo, tanti dopo mi fermavano per strada dicendo “ti ho visto a Sanremo”, anche perché, tra le altre cose, stando lì, siamo finiti su Emigratis, di Pio e Amedeo, su Striscia la notizia e in tanti speciali dedicati a Casa Sanremo andati in onda sulle reti nazionali come Canale 5 e RaiUno, solo per citarne alcuni… la mia missione però lì è fare le pizze, e farle bene.

– Valentino, cosa ami di più del tuo lavoro?

Il pubblico, perché alla fine è sempre il pubblico che ti premia. In me la passione per la pizza nasce anni e anni addietro ma ho imparato che sono sempre e solo le persone a definire cosa è eccellente e cosa no.

– Tra tutte le tue pizze, qual è la tua preferita?

La bufalina tutta la vita, perché è con questa pizza che ho vinto il Campionato del Mondo, un prodotto molto semplice ma fatto con ingredienti selezionati: pomodoro bio, fette di mozzarella di bufala campana Dop e olio EVO Dop, una vera poesia.

– Pino, com’è lavorare in “trasferta”, senza tutti i comfort del tuo locale a disposizione?

Per me è ancora più emozionante: ti fa sentire in “competizione” con gli altri, scatena quella sana rivalità che significa lavorare con più impegno e meglio.

– A proposito di emozioni: qual è stata la più grande della scorsa edizione?

Tutto è stato magico: abbiamo portato la Pizza a Sanremo, facendo qualcosa di veramente eccezionale. Dalla pizzeria di Casa Sanremo passavano circa 2-3 mila persone al giorno, tutti a farci i complimenti, a dirci quanto eravamo bravi e per noi, tutti ragazzi di Napoli, essere arrivati fino al Festival è stata davvero una grande soddisfazione.

– Angelo, l’anno scorso l’arte del pizzaiuolo è divenuta Patrimonio dell’Unesco: hai potuto notare se è cambiato qualcosa nella percezione delle persone?

Sì, credo che qualcosa sia cambiato. L’anno scorso, a Casa Sanremo, abbiamo festeggiato questo traguardo in grande stile anche insieme ad Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, già Ministro delle Politiche Agricole e dell’Ambiente, e Jimmy Ghione, che ha documentato il tutto con le telecamere di Striscia la Notizia. Con qualche collega, poi, ci stiamo organizzando anche per celebrare degnamente l’anniversario di questo importante riconoscimento.

– Valentino, cosa consiglieresti a un ragazzo che vuole intraprendere il tuo mestiere?

È necessario avere un grandissimo spirito di sacrificio, perché i risultati tardano ad arrivare, però una volta che si è entrati nella giusta mentalità, la strada è in discesa.

– Pino, secondo te, cosa ha reso la pizza napoletana così famosa al mondo?

Nel mondo e sulla tavola degli italiani la pizza non mancherà mai, in qualsiasi parte del mondo vai, anche se la cucina locale può non piacerti, se cerchi una pizzeria, alla fine qualcosa riesci a mangiare… forse la semplicità è stata il suo successo e anche il fatto che, il suo nome, rimane invariato in qualsiasi lingua, poi il fatto che l’anno scorso l’Unesco ha dato quest’importante riconoscimento all’arte del pizzaiuolo, sicuramente ha contribuito e contribuisce alla sua fama.

– Un’ultima domanda per tutti e tre: cosa non deve mai mancare in una buona pizza?

Angelo – Cito tre ingredienti, da cui non si può prescindere se si vuole avere un buon prodotto: passione, umiltà e rispetto, intesi come amore per tutto quello che si fa.

Valentino – Secondo me l’olio: un olio buono caratterizza una buona pizza perché è l’ingrediente finale; io, ad esempio, lo utilizzo a crudo, ed è proprio come mettere la ciliegina sulla torta. Al contrario, se si utilizza un olio scadente, il prodotto finale viene penalizzato inevitabilmente.

Pino – Per la mia pizza la cosa importante è la lievitazione, capace di dare la giusta maturazione all’impasto, rendendolo più leggero e digeribile. Poi, ovviamente, per condire pomodoro San Marzano, un buon fiordilatte, basilico e olio EVO.

a cura di Vincenzo Russolillo




Gennaro Galeotafiore porterà I Sapori di Napoli a Casa Sanremo

Da oltre 25 anni nel campo del food e della ristorazione, Gennaro Galeotafiore approda per la prima volta a Casa Sanremo con i suoi Sapori di Napoli e l’impegno di trasformare ogni boccone in un’emozione, parafrasando il suo claim.

Nel 1993 il Monzù Gennaro Galeotafiore apre il suo primo ristorante; poco dopo fonda l’azienda Sapori Di Napoli, impegnata nella produzione artigianale dei prodotti principali della frittura all’italiana.

Il 2008 è un anno di vera e propria svolta: la produzione cresce fino a diventare industriale, pur mantenendo intatti gli elevati standard qualitativi legati all’artigianalità. Oltre alla produzione di prodotti pronti da friggere (Linea Friggimì) e da infornare (Linea Sfornamì), sempre a Nola, Gennaro Galeotafiore è titolare della Trattoria, pizza e fritti – Sapori di Napoli dove prepara il suo famoso Ragù che pensa, come ci racconta in quest’intervista:

– Come ti sei avvicinato a questo mestiere?

Avevo una grande passione per la cucina fin da piccolo, nel ’93 ho aperto il mio primo ristorante e, da lì, è stato un crescendo continuo.

– Di cosa ti occuperai a Casa Sanremo?

A Casa Sanremo porterò il “Ragù che pensa”: in formula di “frittura”, con i prodotti dell’azienda di surgelati Sapori di Napoli(crocchè, arancini e frittatine) e in formula classica, per condire la candela spezzata.

– Da dove viene questo nome?

L’ho chiamato Ragù che pensa per i suoi lunghi tempi di cottura. Ci vogliono quattro giorni per raggiungere il risultato finale: i primi due sono dedicati alla delicata procedura per la preparazione del concentrato; gli altri due giorni alla cottura, per permettere alla carne di rilassare il tessuto e scaricare liquidi. Il pomodoro, rigorosamente San Marzano, attraversa una fase di lunghe ore di bollitura a fuoco lento, e arriva nel piatto solo dopo un passaggio finale nel setaccio. Il sugo cuoce nella classica pentola di coccio, utilizzando vari tagli di bovino adulto, ma con l’inserimento anche di un po’ di suino, e si utilizza per condire appunto le fritture o la pasta.

– Secondo te, quali sono i tre elementi essenziali che non devono mai mancare in cucina?

Il palato, la passione, l’amore.

– Qual è il tuo piatto preferito e perché?

Non ho un piatto preferito, cambia in continuazione (ride, ndr); i piatti sono dei figli: come fai a scegliere il preferito? Ad esempio, ultimamente, abbiamo ideato la genovese scomposta: rispetto alla ricetta tradizionale abbiamo realizzato cotture diverse per i vari elementi, apportato modifiche nella preparazione delle carni, del sedano e della carota… l’abbiamo scomposta e poi ricomposta nel piatto, prodotto per prodotto, creando un mix di consistenze.

– Il piatto che più ti rappresenta invece?

Senza dubbio, il ragù che pensa.

– Come nasce la collaborazione con Casa Sanremo?

Già 6/7 mesi fa quest’idea mi frullava in testa; così mi sono impegnato nel far arrivare i miei prodotti a Casa Sanremo. A riuscire in questo mio intento mi ha aiutato sicuramente il nome particolare che ho dato al piatto: Ragù che pensa. Credo abbia suscitato la curiosità dell’organizzazione che, presa dall’entusiasmo di capire di cosa si trattasse, ha voluto approfondire la questione, dando a noi la possibilità di partecipare a Casa Sanremo.

– Come mai ti fai chiamare Monzù?

Preferisco che mi chiamino “Monzù” e non Chef, perché la mia cucina si compone di molti primi piatti tradizionali, anche se cerco di rivisitarli in chiave attuale per creare qualcosa di diverso. Quindi il nome Monzù vuole esprimere tutto il mio legame con la tradizione, l’attaccamento alle mie radici e al territorio.

– Cosa ti aspetti da questa esperienza a Casa Sanremo?

Non vedo l’ora di fare assaggiare i nostri prodotti, realizzati con i criteri che ci hanno tramandato con il tempo.

Il mio piacere più grande – chi cucina sa quello che dico – sarà vedere il piatto vuoto, segno che, chi ha mangiato, ha apprezzato quello che ho preparato.

a cura di Vincenzo Russolillo