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Pizza e Birra

Deliveroo: pizza e birra è la combinazione preferita degli Italiani

Deliveroo, piattaforma leader dell’online food delivery, in occasione del Beer and Pizza Day del 9 ottobre, ha verificato sul campo qual è il pensiero dei suoi utenti tramite un sondaggio Instagram sugli abbinamenti o le combinazioni preferite a tavola.

Scopriamo quali sono le combinazioni preferite a tavola degli italiani.
Deliveroo in occasione del Beer and Pizza Day ha indagato sui “matrimoni” e gli abbinamenti perfetti a tavola per gli italiani.

Il 41 % degli utenti non ha dubbi: pizza e birra è la combo preferita dagli italiani. Il 33% preferisce hamburger e patatine, seguono mozzarella e pomodoro al 18% e panna e gelato all’8%.

Deliveroo è un servizio di consegna pluripremiato fondato nel 2013 da William Shu e Greg Orlowski. Deliveroo collabora con circa 182.000 ristoranti e partner di generi alimentari più amati e con circa 135.000 rider per offrire la migliore esperienza di consegna di cibo al mondo. Il quartier generale di Deliveroo è a Londra, con uffici in tutto il mondo. Deliveroo opera in 10 mercati, tra cui Belgio, Francia, Hong Kong, Italia, Irlanda, Kuwait, Qatar, Singapore, Emirati Arabi Uniti e Regno Unito.

a cura di Vincenzo Russolillo




Prima annata di Quintessenza

Veronica Iannone Presidente della Fondazione Italiana Sommelier in Campania, l’Enologo Nicola Biasi e il Wine Critic Raffaele Vecchione hanno presentato, mercoledì 5 ottobre, presso il Dolce Gola di Poggiomarino, la 1^ annata di Quintessenza , un Vino da uve di Aglianico in purezza dell’azienda di Raffaele Napolitano..
Il giovane imprenditore Napolitano, già abile e dedito all’agricoltura, ha incrementato sempre di più le sue passioni, grazie soprattutto alla Grande Esperienza portata avanti da oltre mezzo secolo, dalla sua Famiglia e dai Fratelli Napolitano in Poggiomarino .
La Famiglia Napolitano ha saputo da sempre conciliare vari aspetti, per poter condurre appieno l’attività, in primis Rispetto e Resilienza, salvaguardando sempre la qualità e la quantità in un’ottica integrativa del Territorio.
La decisione di intraprendere questa attività é frutto della caparbietà e del coraggio del giovane Raffaele, che volgendo lo sguardo all’attività vitivinicola ha puntato sull’eccellenza dell’aglianico.
Per tutta la serata i Sommelier della Fondazione Italiana Sommelier hanno curato, più in generale, con un master class a banchi di scuola, un banco d’assaggio del vino, rappresentativo di 6 aziende seguite dall’enologo Nicola Biasi.
Un viaggio alla scoperta dei Grandi Territori che accompagnano da sempre il patrimonio ampelografico italiano, leggendo attraverso la degustazione lo stile e le caratteristiche delle sei differenti aziende, in una sola serata.
Sei etichette che hanno un denominatore comune e che si fanno apprezzare per eleganza, raffinatezza ed elevata qualità:
Col Par Sor Extra Brut – Prosecco Superiore DOCG – Colle Regina
Preludio 2020 – Doc Collio Bianco – Della Casa
Vin de la Neu 2019 – IGT Bianco Vigneti delle Dolomiti – Biasi Nicola
Rosso di Montalcino 2020 – Doc Rosso di Montalcino – Podere La Vigna
Baccalera 2021 – Barbera d’Asti Docg – Oddone Prati
Quintaessenza 2021 – IGT Aglianico – Raffaele Napolitano

a cura di Vincenzo Russolillo




Emozioni di pasticceria professionale

Originaria di Palermo e laureata in chimica e tecnologie farmaceutiche nell’università della sua città. La sua avventura professionale incomincia nel 2011 con Luca Montersino, trovando il perfetto connubio tra le sue grandi passioni: la chimica, appunto, e la pasticceria.

L’anno successivo aiuta lo stesso Montersino nella stesura di alcune ricette per il libro di quest’ultimo. Quattro anni più tardi, nella città di Milano, riceve il premio Top italian Chef del 2016.

Tre anni più tardi riesce nel suo intento di pubblicare il suo primo libro di dolci. Semplicemente intitolato: Emozioni di pasticceria professionale. E l’emozione che prova è davvero: “Tantissima. Molto molto emozionata, anche perché è la prima volta che c’è un libro con il mio nome. In mezzo a tanti maestri ci sarà anche il mio. Quindi sono molto emozionata, molto”, affermando anche che in lei c’è ancora “Incredulità. Questa notte non ho dormito, sono ancora incredula e penso che ci metterò un po’ prima di capire cosa realmente provo”.

L’abbiamo incontrata qualche minuto prima che iniziasse la presentazione della sua prima opera letteraria, dedicandoci un po’ di tempo per una intervista. Ci ha risposto visibilmente emozionata non solo alla prima domanda che gli abbiamo rivolto ma anche a tutte le altre; rivelando che in un primo momento non aveva il coraggio di buttarsi a capofitto in questa straordinaria avventura.

L’idea in realtà è partita da un’altra persona che mi ha spronato a fare questo libro che è lo chef Franco Marino. Io non avrei avuto mai il coraggio. L’idea è partita anche da diversi corsisti, ma non avrei mai avuto il coraggio di farlo. Alle volte quando hai tante persone che ti vogliono bene e ti spronano ti portano ha raggiungere un risultato importante della tua vita. Quindi è nato così”.

Se comunque sono state molte le persone che l’hanno invogliata, spinta a prendere carta e penna e decidere cosa inserire in questo libro, appare ancor più chiaro a chi in realtà è dedicato: “E’ dedicato a mio padre e mia madre, che sono le persone che mi hanno permesso di seguire questo sogno e di cambiare la mia vita. Ed è dedicato assolutamente a loro”.

Come è stato detto in precedenza, Rita Busalacchi, non aveva inizialmente il coraggio di cimentarsi nella realizzazione di un libro. Ma nel conversare con lei ci ha confidato il periodo in cui ha deciso di tentare: “L’ho fatto l’anno scorso. E’ stato un giorno in cui ero in macchina, stavo tornando dal lavoro e ho detto ‘forse è il momento di fare un libro e se lo devo fare, lo devo iniziare a farlo subito e così è stato” e la prima torta con la quale ha deciso di aprirlo è: “la dolce – pistacchio che è la prima ricetta del libro e che è quella che mi rappresenta di più e quindi doveva essere la prima del libro”.

Nel chiedergli cosa gli piace di più del suo lavoro scopriamo il vero motivo per cui il suo primo libro è intitolato ‘Emozioni’: “La cosa che mi piace di più nel mio lavoro è quella di emozionare, vedere le persone che si emozionano quando mangiano un mio dolce; ecco perché ho chiamato così il libro. La cosa che mi piace meno del lavoro in realtà non c’è. Anche le cose più brutte di questo lavoro mi piacciono”.

Alla fine dell’intervista la pastrychef afferma che oltre a queste venti ricette ce n’erano altre ancora che poteva inserire, non chiudendo la possibilità per una seconda pubblicazione: “Ce ne sono tante di ricette che vorrei mettere. Il prossimo libro”.

‘Emozioni di pasticceria professionale’ è stato presentato presso il Cis di Nola e precisamente al ‘Casolaro Hotellerie’. La casa editrice è la ‘Print Art Edizioni’ di Nocera Superiore di Massimo Boccia, che oltre all’editoria si occupa anche di grafica. Proprio su questo aspetto bisogna fare un plauso alle pagine colorate in base al tema, in base ai dolci introdotti e descritti con le ricette ben dettagliate. Il carattere scelto è quello corsivo, un richiamo ai quaderni di cucina che si conservano sempre con parsimonia in cui ci sono ricette sia di pasticceria che di cucina tradizionale. Anche la copertina non è da meno: bianca con il titolo colorato di verde e il retro tutto di verde. Già nel vederlo incuriosisce e le richieste, già prima che uscisse, sono già state oltre un centinaio. Un inizio davvero ‘emozionante’

a cura di Vincenzo Russolillo




L’oro verde | IL PISTACCHIO

Io non sono nutrizionista, non sono chef e nemmeno food blogger. Però, quando sento pronunciare la parola pistacchio, davanti agli occhi, mi appaiono quelle distese di sole della Sicilia e della Calabria. L’odore del mare che si fonde con il tatto vellutato dei granelli di sabbia. Paesaggi di rara bellezza e di incontaminata ospitalità. Ed in bocca, lo sgranocchiare lento e gustoso di chi non riesce a smettere di assaporare bontà. Quei sapori e quei posti dell’Italia che il mondo ci invidia e che ci vorrebbe copiare.

Non sono solita raccontare dove vado a mangiare o i posti che amo visitare. Eppure, c’è un luogo che è un luogo dell’anima. Un borgo meraviglioso, affacciato sul mare. Un piccolo presepe incastonato nelle rocce, sopra ad una grotta un tempo lambita dall’acqua e ai piedi di un castello che racconta storie di amori lontani. Amantea, così si chiama la città in Calabria, in provincia di Cosenza. Il suono del nome è dolce, ma deciso. Come quasi tutte le cittadine calabresi, c’è un centro sviluppato attorno al lungomare e c’è il centro storico. Noi oggi saliamo al centro storico. Già lungo le strade che costeggiano il mare si vedono dei cartelloni pubblicitari grandi che catalizzano la nostra attenzione. Il cuore della via principale della parte antica del paese ci porta inevitabilmente lì. Da SICOLI.

Sicoli dal 1937. È una gelateria, è una pasticceria, è un bar. Ma è molto di più. È un mondo di prelibatezze che ci abbraccia e ci coccola. Appena entri, i colori dei prodotti al banco ci ipnotizzano, non riusciamo a staccare lo sguardo e, intanto, sale il desiderio di provarli tutti. Ad accoglierci l’intera Famiglia che gestisce l’attività commerciale. Gli “adulti” e i giovani. Insieme. Sorrisi e battute, si ricordano quello che preferiamo e lo ricordano quando torniamo. È tutto buono. Il bucconotto, tipico dolce calabrese; la spremuta di melegrana; la brioche siciliana e il cioccolato fondente. Perfino il panettone a Natale e la colomba a Pasqua. C’è l’imbarazzo della scelta.

a cura di Vincenzo Russolillo




Il Progetto del Vesuviolo e lo Chef Antonio Paolino

Antonio Paolino è uno chef angrese.
È il volto noto di diversi programmi televisivi, quali Casa Alice, Attenti al cuoco, Sereno Variabile, I piatti vostri e Detto Fatto. Ospite di Edijay, il canale tv di Magazine Pragma.
Dopo gli studi all’istituto alberghiero, Paolino si è laureato in tecnologie alimentari e successivamente è diventato docente presso il Campus Etoile Academy di Tuscania. Nonostante la notorietà, ha conservato una grandissima umiltà.

Il progetto del vesuviolo è stato condiviso dall’ISIS “G. Fortunato” per potenziare ancor di più i livelli di eccellenza didattica offerti ordinariamente agli studenti, per provocare un incontro tra Scuola e mondo delle professioni della ristorazione. Un impegno per cercare di capire ancor meglio e conseguentemente far capire agli allievi cosa possono attendersi da un mercato del lavoro che, ai livelli alti cui aspirano, è fortemente competitivo.
Una valida opportunità per ampliare il patrimonio di conoscenze e competenze di giovani generazioni in un settore disciplinare tra i più ricchi, creativi, motivanti.
Una risposta alla domanda di professionalità qualificate e altissima.

a cura di Vincenzo Russolillo




“5 Gocce” di Bibenda

L’olio  extravergine di olive ha origini antichissime.  
Considerato da sempre un alimento di pregio, nonché il simbolo della nostra Dieta Mediterranea.  
Molto salutare per il nostro organismo.  
Per la valorizzazione dell’olio d’oliva la presidente della Fondazione Italiana Sommelier della Campania Veronica Iannone ha organizzato , anche quest’anno, Venerdì 24 Marzo, nella Sala degli Affreschi di Palazzo Doria di Angri, la nuova edizione di “5 Gocce”, la premiazione dei produttori di olio della Campania che si sono contraddistinti per la qualità del raccolto nel 2022.
A moderare la manifestazione la giornalista Stefania Cavaliere.
In sala esposte le opere del progetto “Orto dei Bambini” , realizzato dal Primo Circolo Didattico Sant’Alfonso Maria Fusco di Angri, con l’intervento della Dirigente Scolastica  Maria Concetta Buongiovanni.
L’olio è stato , dunque, protagonista della serata. E così la sua geografia, la produzione, le tecniche estrattive, i consigli per acquistarlo e degustarlo, oltre alle accortezze per conservarlo bene e impiegarlo al meglio in cucina.
Un viaggio alla scoperta di uno dei simboli della dieta mediterranea e dell’Italia nel mondo: prodotto principe – con il grano e il vino – di un regione, la Campania, ricchissima di biodiversità, anche nel settore olivicolo.  

a cura di Vincenzo Russolillo