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Sorrento: cosa vedere in un giorno

Anche quest’estate è terminata: il sole, il mare, le passeggiate sui lungomari affollati… Quanto abbiamo aspettato per tutto questo e poi… puff… tutto sembra essere sparito nel giro di un paio di settimane. Ebbene sì, soprattutto per alcuni di noi rimasti in città per impegni di lavoro, l’estate è sembrata davvero troppo breve, ma noi Campani siamo davvero fortunati a vivere in questa regione così bella, bagnata dal mare blu così tanto decantato in centinaia di canzoni, antiche e moderne, conosciute in tutto il globo. Proprio per questo, ogni scusa è buona, per me in primis, per scappare dal cemento della città.

Poco meno di un’ora d’auto e raggiungo la mia amata Sorrento, meta delle mie numerose fughe del fine settimana, luogo preferito dove trascorrere qualche ora lontana dal tran-tran di tutti i giorni, dove poter ritrovare colori e sapori antichi da me tanto amati.

“Vide ‘o mare de Surriento
Che tesoro tene nfunno
Chi ha girato tutto ‘o munno
Nun l’ha visto comm’a ccà
Guarda attuorno sti ssirene,
ca te guardano ‘ncantate,
e te vonno tantu bene…
Te vulessero vasà.
E tu dice: “I’ parto, addio!”
T’alluntane da ‘stu core
Da la terra de l’ammore
Tiene ‘o core ‘e nun turnà?
Ma nun me lassà,
Nun darme stu turmiento!
Torna a Surriento,
Famme campà!” 

La mia passeggiata di fine estate inizia già di buon mattino: il sole splende e la musica mi accompagna, come al solito, ovunque io vada. Lungo il tragitto mi godo il panorama, la Costiera Sorrentina è splendida, come sempre: i colori si sposano tra loro perfettamente con la natura rigogliosa della costa, i profumi, i fiori dai mille colori diventano come un abbraccio intorno al mare blu, sempre splendido e scintillante.

Il profumo dei limoni mi fa compagnia fin da subito, forse perché parte ormai del mio DNA. Non può certo mancare, infatti, una sosta ai tanti punti di ristoro locali dove poter sorseggiare una squisita granita fatta con i migliori limoni della zona e il ghiaccio “grattato” al momento da grosse lastre gocciolanti, una cosa semplice da rifare anche a casa, ma che non avrà mai il sapore di quella bevuta lì, ai camioncini a tre ruote colorati e bizzarri che si trovano solo in questi luoghi.
Finita la sosta rinfrescante e doverosa, si prosegue per l’ultimo tratto di costa che mi porterà finalmente nella mia location preferita: Sorrento.

Sono anni che vengo a rintanarmi qui, di tanto in tanto, e di solito pernotto in una struttura semplice e familiare poco distante dal corso principale, un B&B gestito da proprietari che vivono lì da almeno due generazioni.
Qui mi sento come a casa mia, e forse anche meglio, visto il giardino rigoglioso che ci circonda, fitto di alberi di limoni grandi come cocomeri, il panorama mozzafiato, gli ambienti curati nei minimi dettagli, dai colori sgargianti delle tipiche ceramiche locali, e le torte fatte in casa servite a colazione.
Questi luoghi mi fanno rilassare sul serio, qui non mi interessa fare vita mondana, la mia giornata trascorre serena passeggiando tra i tanti vicoletti colorati, ammirandone i luoghi gustando mille prelibatezze locali.

Sosta primaria resta sempre la pausa relax n.1, seduta sotto il gazebo in Piazza Tasso con una coppa gelato al gusto di menta e cioccolato, delicato sapore di latte e menta tempestato da pepite di ottimo cioccolato fondente, credetemi… non ne esistono eguali!
Dopo si continua con la passeggiata tra i vicoletti, dove si trovano interessanti articoli di produzione locale conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo: profumi, sandali in cuoio, stoffe con ricami preziosi, spezie e aromi essiccati, articoli in legno intarsiato, gioielli con coralli e pietre dai mille colori e, poi, dulcis in fundo, i famosi liquori a base di caffè, cioccolato o limone.
Una sosta in ognuno di questi negozietti è dovuta, ma in quello dei liquori mi perdo davvero: assaggia uno, prova l’altro e ti ritrovi in un attimo lontano… molto lontano davvero!
È proprio qui che ho preso per voi la ricetta di uno dei liquori più conosciuti ed apprezzati: il Limoncello (in fondo all’articolo).

Sorrento dove mangiare bene

Le mie giornate Sorrentine sono sempre piene di cose da fare e da vedere, mi lascio trasportare dai profumi e dai colori e, come già detto, dai sapori dei piatti tipici della zona. Qui c’è sempre l’imbarazzo della scelta per quanto concerne il buon cibo, ma questa volta non ho avuto alcun dubbio a riguardo, dovevo mangiare a Nerano, la location perfetta per un momento indimenticabile: Ristorante Maria Grazia, rinomato per i famosi “Spaghetti alla Nerano, conditi con un succulento sugo a base di zucchine e formaggio locale, gustati a pochi metri dal mare azzurro e limpido di Punta Campanella.

Le giornate trascorse in questi luoghi restano ben impresse nella memoria, seduti in riva al mare incastrato in questa piccola baia mozzafiato, sentendo il profumo del buon cibo, la musica, i colori tutti intorno a farne da cornice ci trasportano lontano in paesi conosciuti solo nei libri di fiabe… Purtroppo, però, come tutte le cose belle, anche la mia giornata Sorrentina giunge al termine: nelle mie fughe dalla città, sempre brevi ma intense, riesco comunque a ricordare ogni dettaglio e, come al solito, rientro in città felice e soprattutto orgogliosa di essere cittadina di questa Terra magica.

Betty Romano xxx

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Come fare il limoncello di Sorrento

Ingredienti

  • 1 litro di Alcool di buona qualità
  • 6 limoni di Sorrento IGP con buccia molto spessa e profumata
  • 400 gr di zucchero bianco
  • 700 dl di acqua

Prima fase di preparazione:
Lavate e spazzolate i limoni in acqua calda per ripulirli da eventuali residui di insetticidi.
Ponete in una brocca l’alcool e aggiungete i pezzi di scorza aromatica ricavati dalla buccia. Sistemate la brocca coperta in una stanza buia o in una credenza e lasciate macerare la buccia nell’alcool a temperatura ambiente, per circa un mese.
L’infuso assumerà lentamente l’aroma e il colore del giallo del limone.

Seconda fase di preparazione:
Dopo circa un mese di riposo, aggiungete all’alcool un pentolino di acqua e zucchero, che avrete prima portato a ebollizione e poi lasciato raffreddare. Riponete di nuovo la brocca al buio per un altro mese abbondante. Dopo circa quaranta giorni, l’infuso va filtrato nelle bottiglie, scartando le bucce utilizzando una vecchia tela.
Conservare il liquore in freezer.




Lipari e le Eolie: cosa vedere e mangiare

…e quann’ passa chistu ferry boat
ca luntano ce porta
e nun ce fa penzà’
primma c’arriva cchiù forte sta botta
quaccheduno ci adda purtà’.
It’s a new world…

(Ferry Boat  di Pino Daniele)

Namastè amici! Si parte per una nuova avventura, questa volta tutta siciliana: breve ma intensa, fatta di isolette, spiagge e tanto buon cibo, la meta di oggi sarà LIPARI E LE SUE SORELLE.

E giungemmo all’isola Eolia. Qui dimorava
Eolo, caro agli dei, Poi quando licenza gli chiesi di andarmene
non rifiutò, ma prese a cuore il mio viaggio;
spogliò delle cuoia un bove novenne
un otre ne fece, e dentro vi chiuse
dei venti ululanti le vie: custode l’aveva
dei venti fatto il cronide, e poteva
quieti tenerli o incitarli a sua voglia.”

(Odissea  libro X, vv 1-25)

Tra mito e leggenda nasce una delle storie più affascinanti e coinvolgenti che dà il nome alle sette perle del mar Tirreno: infatti, secondo la mitologia greca, le isole Eolie prendono il nome dal Dio dei venti Eolo, i cui venti incontrollati avevano generato il distaccamento della Sicilia dal continente e, quindi, suo era il compito di custodirli e liberarli dalla sua dimora nell’arcipelago Eoliano.
Isole magiche, cullate da mare, terra ed aria, ricche di spettacolari paesaggi dai mille colori… la mia continua ricerca di posti magici mi conduce fin qui dopo un lungo viaggio in auto, attraverso tutto lo stivale fino alla sua punta estrema, per poi imbarcarci sul mitico “Ferry Boat” che porta con sé ricordi ed emozioni di milioni di persone (se ne riesce a percepire ancora la vibrazione, stando sul ponte ad ammirare il panorama mentre finalmente si arriva a destinazione).

Arrivati fummo.

Prima pausa d’obbligo si fa lungo il percorso Messina – Milazzo, da dove ci imbarcheremo per una minicrociera delle Isole Eolie. È ora di colazione e il mio stomaco urla CANNOLOOOOOOO!!!
Non si può far altro che accontentarlo: sosta al Bar Pasticceria Merrina Gaetano, tipica pasticceria sicula, piccola e centrale (alla fine di corso Umberto nella zona dei traghetti).
Dopo aver onorato uno dei cannoli più buoni della Sicilia, si prosegue per la nostra meta finale, Lipari.
Finalmente ci siamo, i profumi di questa terra inondano i miei sensi, un mix di salsedine, gelsomini, agrumi e zolfo mi portano direttamente nel mondo magico che immaginavo, la mia fantasia galoppa veloce ed io mi lascio trasportare al solito senza alcuna remora…

Un giro d’obbligo dell’isola ci permette di godere, anche se per poco, delle bellezze del territorio: Canneto e le sue spiaggette, Quattrocchi e i suoi panorami mozzafiato con visita alla cantina vinicola “Tenuta di Castellaro”, il Parco Archeologico e la Cattedrale di San Bartolomeo…
Lipari resta per me lo “scoglio” perfetto dove poter sedere e sognare, quasi come un gabbiano che, libero, vola da un posto all’altro sostando ogni tanto ad ammirare ciò che di bello lo circonda.
La giornata è appena iniziata ma abbiamo tante cose da vedere e da fare, una minicrociera ci permetterà di apprezzare anche le altre isole: VULCANO e la sua spettacolare “Spiaggia dell’Asino” di sabbia nera; PANAREA e le sue bellissime baie; STROMBOLI e il “Pertuso” il porto più piccolo del mondo; SALINA con la ormai famosa Baia di Pollara, celebre per essere stata il set del film “Il Postino”, diretto dal mio caro concittadino Massimo Troisi.
È proprio qui che decidiamo di sostare per un light brunch, detta in dialetto partenopeo “a ‘marenna”, la location è perfetta e multicolore: il verde dei capperi, il blu del cielo e del mare e il rosso del pomodoro del nostro piatto speciale tipico di queste zone, il “Pane Cunzato”, accompagnato da un buon bicchiere di vino di Salina, famosa la sua Malvasia, che produce Nino Caravaglio nell’azienda una volta appartenuta al padre.
La giornata volge ormai al termine, il sole inizia il suo cammino verso l’orizzonte e la mia mente è piena ormai di colori e storie fiabesche raccolte qui e là, tra un’isola e l’altra, tra stradine, calette e bianche chiesine isolate.

Ritorniamo in serata a Lipari per poi organizzare il rientro a casa per l’indomani… il vento di Eolo mi scompiglia pensieri e capelli ed io lo lascio fare… Approfitto, anzi, dell’energia per una figura Yoga per la respirazione UJJAYI detta anche “Il respiro vittorioso”, perché vittoriosa è stata questa mia giornata, spero lo sia stata anche per voi.

Betty Romano

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