Considerati in passato “divisione del regno vegetale” come i muschi e le alghe, i funghi, negli ultimi decenni e dopo approfonditi studi sistematici, sono stati raggruppati in un proprio regno. Essi, difatti, sono detti eterotrofi poiché, a differenza delle piante, non hanno vita autonoma ma dipendono da altri organismi. Hanno inoltre, nel citoplasma delle loro cellule, come sostanza di riserva, il glicogeno e non l’amido.
La parete cellulare delle ife fungine è fatta di Chitina e non di Cellulosa: la chitina è presente negli esoscheletri di alcuni insetti e crostacei, mentre la cellulosa nelle piante, ragione per cui, fisiologicamente, essi sono più vicini al mondo degli animali che a quello dei vegetali. Le cellule dei funghi non contengono clorofilla, di conseguenza la luce solare non è per loro significativa, se non per pigmentazione della superficie pileica (cappello), che si differenzia all’interno della stessa specie.
L’assenza di clorofilla condiziona il modus vivendi del fungo che può nutrirsi in 3 differenti modi:
1)Per saprofitismo: quando ricava sostanza organica -vegetale o animale- da materie in decomposizione. Questa è una funzione molto importante in natura, attraverso la quale tutti i residui animali e vegetali si degradano preparando, in tal modo, ai microorganismi della putrefazione, il terreno necessario per la loro indispensabile opera di distruzione;
2)Per parassitismo: in questo caso il fungo si nutre di una sostanza organica, ma biologicamente già malata o danneggiata. Quindi, raramente, si comporta da vero parassita poiché la sua azione di attacco è sempre agevolata dalle condizioni biologiche è fisiologiche della pianta o dell’animale stesso;
3)Per simbiosi: quando il fungo avvolge con il suo micelio l’estremità dei peli radicali della pianta dalla quale ricava nutrimento, che autonomamente non potrebbe mai sintetizzare, perché privo di clorofilla. La pianta, di conseguenza, attraverso la micorriza, aumenta la superficie assorbente delle sue radici, migliora l’assorbimento degli elementi chimico-fisici contenuti nel terreno (acqua, sali minerali, ecc.), migliorando notevolmente la sua crescita. I funghi micorrizici sono molto importanti per la vita di un bosco, in quanto come precedentemente descritto, contribuiscono alla nutrizione e al benessere delle piante. Quindi per i suddetti motivi vanno rigorosamente protetti e non distrutti o scalciati anche se velenosi o non commestibili. È importantissimo rispettare tali leggi naturali per la futura sopravvivenza degli habitat boschivi.
Nei prossimi appuntamenti analizzeremo varie tipologie di funghi con le relative possibili applicazioni in cucina.
a cura di Vincenzo Russolillo